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UNA CARTA D'IDENTITÀ SOCIAL.

Una carta d'identità social “Aspetta, prima di iniziare posso fare una fotografia al piatto? Posso condividere una storia?” “Fammi una foto qui in questo preciso punto… si, è proprio Instagrammabile!” “Hai visto l’ultimo trend di tik tok?”
 
Quante volte al giorno sentiamo queste frasi dai giovani d’oggi e non?
Spesso, spessissimo. Tanto che ormai non ci facciamo più caso.
Internet ha rivoluzionato il nostro essere. Oggi sentiamo il bisogno di condividere tutto quello che ci succede durante la nostra giornata, la nostra vita personale e lavorativa. Addirittura c’è chi di questo ne ha fatto un vero e proprio lavoro.
 
Siamo italiani… ci piace farci i fatti altrui.
Può essere una giustificazione?
Non lo sapremo mai… o meglio non vogliamo pensarci; sta di fatto che anche il resto del mondo è abituato a condividere tutto quello che si vive nella propria giornata: dai viaggi, alle relazioni amorose, alle delusioni ed ai successi lavorativi, alle liti familiari, all’acquisto di un nuovo paio di jeans.
 
Cosa è giusto o sbagliato condividere?
I social sono parte integrante del nostro essere, possiamo paragonarli ad un bigliettino da visita:
La tua identità digitale a portata di click.
 
Un tempo non troppo lontano, per presentarsi a qualcuno ci si raccontava: Esperienze vissute, hobbies, passioni.
Oggi la dichiarazione più gettonata ad inizio conversazione è :
“seguimi su instagram! Mi chiamo lovepink91.”
Ed è cosi che ci si ricambia il “segui” ed inizia una nuova fase di conoscenza. Una conoscenza apparentemente reale e sincera...ma che in realtà non lo è affatto.
Ci si “conosce” virtualmente, si entra nella vita degli altri pensando di conoscerne gli usi, le abitudini, luoghi frequentati ed amici in comune.
Tutto quello che viene mostrato è perfetto. E’ davvero cosi ?
 
Nel lavoro ci si racconta: nuovi progetti, idee, risultati e talvolta fallimenti celati da critiche: nasce un nuovo modo di fare pubblicità aziendale.
Molte aziende si servono di gente che lavora con e per i social per far conoscere i loro prodotti regalando , facendo testare le loro nuove uscite spesso per dei semplici feedback;
Il funnel di altre è quello di convertire i followers del cosidetto influencer sul proprio sito o pagina web per poi cercare di persuaderlo e convincerlo ad un like ed inseguito ad acquistare lo stesso prodotto che la persona da loro amata usa e che ha già convertito da visitatore in cliente prima ancora di cliccare sul sito dell’azienda in questione.
Il 90% del lavoro in questo caso lo ha svolto l’influencer. Ed è per questo che oggi è uno dei lavori più pagati con investimento pari a 0.
Basta un telefono che si colleghi ad una rete internet.
 
E’ giusto per una azienda fare questo tipo di pubblicità ?
Ci sono opinioni discordanti, per fortuna; ci sono aziende nuove che raggiungono risultati di altre “vecchie” ,che hanno lavorato e si sono costruite un nome ed una fama, in pochissimo tempo sfruttando questi “mezzi”; altre che puntano al tutto e subito , ed altre ancora che vivono di luce propria senza bisogno di farsi ulteriore pubblicità ed infine quelle che nel mondo web sono veri e propri fantasmi.
Il mondo e la tecnologia sono in continua evoluzione e dovremmo sfruttare a pieno tutti i mezzi a nostra disposizione con consapevolezza , professionalità ma soprattutto senza cadere nel ridicolo affidandoci a persone competenti in grado di dare il giusto valore e la giusta serietà alla propria azienda.
 
Un metodo infallibile per fare pubblicità social è lo storytelling.
Immaginate di ascoltare una storia su un prodotto : “la maglietta è stata creata in ricordo di, racconta che …me l’ha regalata Marco il giorno del nostro anniversario”
Chi è davanti lo schermo si emoziona, si immedesima , non é più una semplice maglietta:
E’ una maglietta che racconta una storia.
Spesso inconsapevolmente facciamo e subiamo questo tipo di pubblicità, tanto che poi acquistandola e aprendo il nostro armadio ci capita spesso di pensare a quella storia cosi emozionante raccontata da quella persona.
In realtà, questo metodo, l’abbiamo sempre subìto con la televisione, ma il telefono grazie al suo modo di essere responsive, è più efficace.
Come mai ?
Lo smartphone è sempre con noi: più importante del portafoglio, contiene il tuo bancomat digitale col quale pagare i tuoi acquisti, dati personali importanti come contatti lavorativi, app di messaggistica istantanea che ti permettono di essere in contatto con chiunque in qualsiasi momento.
Se sei per strada e ti capita di dover fare la fila in posta , ringraziamo tutti in coro l’inventore dell’app delle poste che i più tecnologici usano, “lui” ti distrae ingannando i tempi di attesa magari condividendo una storia per raccontare quanto sia snervante l’attesa o semplicemente scrolli il tuo profilo social addentrandoti in pubblicità che ti persuadono all’acquisto online.
 
Lo smartphone che che se ne dica è diventato il nostro migliore amico/nemico: è un circolo vizioso, una volta iniziato, non riesci più a smettere.
Cosi ti ritrovi ad essere Social sia tu che la tua azienda, dando importanza al numero di followers che possiedi e a questo mondo virtuale dove condividi solo quello che vuoi , fai quello che gli altri desiderano, hai ciò che gli altri posseggono nel modo più veloce, economico e facile.
La realtà? Le conseguenze ?
Lasciamo a voi le riflessioni.

Autore / Fonte:
Pubblicato il: venerd́ 13 gennaio 2023

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